Un posto al sole tiene, da oltre cinquemila puntate, il suo fedele pubblico incollato tutte le sere allo schermo televisivo per scoprire, puntata dopo puntata, cosa succederà agli abitanti di Palazzo Palladini. Il segreto del successo della soap opera di Rai Tre è legato non solo alle storie, appassionanti e ricche di colpi di scena, ma soprattutto agli attori approdati finora nel cast per impersonare personaggi profondi e dalle mille sfaccettature, che entrano spesso nel cuore dei fan, così come è accaduto a Cosimo Alberti, che da diverse stagioni presta il volto al vigile Salvatore Cerruti. Cerri, come simpaticamente lo chiama Mariella, interpretata da Antonella Prisco, ha conquistato il pubblico per la sua generosità e l’amicizia che lo lega alla vigilessa, al punto da proporle di fare da padre al bambino che aspetta da Guido.
Abbiamo incontrato l’attore che, con la disponibilità e la simpatia che lo contraddistinguono, ha accettato di rispondere alle nostre domande.
Cosimo Alberti, iniziamo dalle origini, quando hai capito che volevi intraprendere il percorso artistico?
Ho manifestato doti artistiche da piccolissimo. Padre Roberto Lotero,il parroco del quartiere dove sono nato, se ne accorse per primo e mi fece recitare ad appena sei anni la parte di San Giuseppe nel presepe vivente dei bambini. Ricordo ancora la mia prima battuta: “Vieni Maria, adoriamo”, la potrei considerare la prima battuta da attore della mia carriera. Da allora, con lui ho recitato e cantato per tutta la mia adolescenza. La mia più bella esperienza con lui è stata quando mi portò in un grande evento religioso a recitare la parte del pastorello che portava, in omaggio al cardinale di Napoli negli anni 70, un cestino di grano che simboleggiava il corpo di Cristo.
Come sei entrato a far parte del cast di Un posto al sole?
Sono entrato in Upas dopo diversi tentativi. Ho sempre desiderato far parte del cast dal primo anno in cui fecero i provini, ma non ho mai avuto fortuna. Fino a quando, un giorno di ottobre del 2014, fui convocato per interpretare un vigile in un paio di puntate che sarebbero andate in onda a gennaio del 2015.
Da presenza marginale, il vigile Salvatore Cerruti ha assunto un ruolo di primo piano all’interno della soap opera ed è diventato uno dei personaggi più amati dal pubblico, qual è il segreto del suo successo?
Dalla mia prima apparizione del 5 gennaio 2015, prendevo sempre più confidenza col mio personaggio che era anonimo. Non aveva neanche un nome proprio, era semplicemente Cerruti. Poi man mano, puntata dopo puntata, il profilo di Cerruti si è delineato, ha acquistato un nome: Salvatore, poi una famiglia e ora anche una casa. Ho visto crescere con gioia il mio personaggio, stagione dopo stagione. Ringrazio sempre tutti coloro che hanno creduto in me! Tu mi chiedi qual é stato il segreto del suo successo, io ti rispondo che è stata la semplicità e l’essere sempre me stesso rispettando, però, fino in fondo, la sceneggiatura degli autori e le indicazioni registiche.
Attraverso il personaggio di Cerruti, Un posto al sole ha affrontato la delicata tematica della paternità desiderata da un omosessuale. Condividi la scelta di Mariella e Salvatore di allevare insieme il figlio che lei aspetta da Guido tenendo nascosta all’uomo la gravidanza?
La tematica è molto delicata. Sinceramente io penso che i figli siano di chi li ama. Salvatore però non ha pianificato di soddisfare il suo desiderio di paternità sfruttando la sua amica Mariella, lui si è trovato non volendo in questa situazione e si è solo offerto di aiutare la sua amica in difficoltà…poi per il resto aspettiamo insieme gli sviluppi della vicenda che non conosco nemmeno io.
Teatro, televisione, cinema e danza, sei un artista poliedrico che si divide tra attività diverse e complementari tra loro. Qual è l’ambito in cui ti senti più a tuo agio e che prediligi maggiormente?
Come tu dici, mi occupo di diverse attività: pur amando svisceratamente il teatro, per vivere devo occuparmi di diverse altre cose , infatti dirigo una compagnia di musicisti e danzatori, mi occupo di corsi e laboratori di danze popolari, lavoro per agenzie che organizzano visite guidate teatralizzate ed eventi di intrattenimento, ma l’ambito in cui mi trovo a mio agio è in assoluto la televisione e nella fattispecie il set di “Un posto al sole”. Mi piace, sto molto a mio agio, è come se stessi a casa mia e ogni volta che ho la convocazione per la giornata di posa sono felice!
Come ti sei approcciato alle danze popolari e come mai, secondo te, anche molti giovani oggi si avvicinano con interesse a questa forma di ballo?
Ho sempre amato ballare tutti i generi musicali da quando avevo 13 anni, infatti ero il primo a ballare durante le festicciole organizzate in casa dei miei amichetti. Alla musica popolare mi sono avvicinato da bambino perché i miei genitori sono salentini, ma trasferiti a Napoli negli anni Sessanta e ho sempre vissuto a pane e “pizzica pizzica e Tammurriate”. Ma era solo una simpatia verso questi balli. Poi un giorno, da adulto, in un momento che ero in crisi con il teatro e avevo tempo a disposizione, mi sono avvicinato con dedizione al mondo delle tradizioni popolari dedicando ad esso più tempo di quanto avessi fatto mai e ho approfondito con studi e partecipazioni attive sulle location interessate al fenomeno. Uno studio appassionato che mi ha portato ad essere apprezzato come esperto tanto da spingermi anche a scrivere un libro sulle mie esperienze: “Tammurriata Riti e Miti di una sirena millenaria”. Essendo un artista non ho faticato a trasformare con rispetto la mia passione per la musica popolare in veri e propri spettacoli teatrali!
Quali sono i tuoi progetti futuri?
I miei progetti futuri, che tra l’altro sono anche i miei desideri, sono quelli di continuare con tutto il cuore e gioia il mio lavoro presso la FremantleMedia che produce Un posto al sole, perché mi trovo benissimo con loro e parallelamente mi piacerebbe entrare in una compagnia teatrale stabile dove riproporre al pubblico i classici del teatro comico partenopeo.