Fabio Quagliarella: arrestato lo stalker che l’ha perseguitato per anni. Il 54 enne tormentava i vip con lettere e messaggi anonimi
Fabio Quagliarella è finalmente uscito da un incubo. Da diversi anni il calciatore, è stato perseguitato da uno stalker. L’uomo di 54 anni, non perseguitava soltanto il calciatore della Sampdoria, ma anche altri vip. Fingendosi amico delle vittime, infatti, le perseguitava con lettere e messaggi anonimi contenenti false accuse di pedofilia. Inoltre, vi erano anche accuse di collisioni con la criminalità organizzata. Nel mirino dell’uomo, oltre fabio Quagliarella, si sarebbe trovato anche Guido Lembo, gestore di un famoso locale a Capri. La polizia di Castellammare di Stabia, unitamente all’arma dei Carabinieri di Santa Maria Capua Venere, nel tardo pomeriggio di giovedì, ha dato ordine per la carcerazione nei confronti di R.P. di anni 54 ex agente della polizia postale originario di Castellammare di Stabia.
Fabio Quagliarella è entrato nel mirino di quest’uomo. Le accuse sono atti persecutori, calunnia e sostituzione di persona. I reati contestati sono avvenuti in un arco temporale compreso tra il 2006 ed il 2010. Sarebbero stati consumati a danno di vari vip, imprenditori e professionisti, tra cui appunto Fabio Quagliarella e Guido Lembo. Su Quaglierella si addensavano brutte voci: di commistioni con la camorra, di festini, di tradimenti. Erano voci false che Raffaele Piccolo avevano creato ad hoc inviando anche lettere alla sede del Napoli. I due si conobbero nel 2000 perché il calciatore voleva risolvere un problema al cellulare e chiese aiuto all’amico poliziotto. Da qual momento inizio’ l’incubo. Le minacce erano tutte anonime e Quagliarella sporgeva continue denunce ma le faceva all’amico agente di polizia che puntualmente non le trasmetteva.
Fabio Quagliarella sopportò quest’incubo fino al 2010, quando aveva iniziato a capire qualcosa, e si rivolse direttamente alla Procura. Quando i tifosi del Napoli seppero quale era stato il motivo del suo allontanamento dalla squadra, omaggiarono il campione con applausi e striscioni in curva con i quali chiedevano scusa per gli insulti ripetuti per anni, ad ogni partita nella quale lo si vedeva indossare la maglia della rivale Juventus.