Cesare Cremonini si racconta a Vanity Fair: “Sto per compiere 40 anni e sarei un bugiardo se dicessi che non è una cosa su cui sto riflettendo”
Cesare Cremonini, all’alba dei 40 anni, si racconta a Vanity Fair.
“Sto per compiere quarant’anni e sarei un bugiardo se dicessi che non è una cosa su cui sto riflettendo. Circa un mese fa ho perso mio padre e mentre mi occupavo di quelle disgustose faccende che si impossessano del quadro quando se ne va una persona che ami, mi sono distratto totalmente dal mio percorso. A un tratto – ha detto Cesare Cremonini – mi sono voltato indietro per ricercare la riva, la riva che mi aveva sempre fornito le coordinate per orientarmi e non sono più riuscito a metterla a fuoco. Non c’era più. E con lei i ricordi”.
“Quando è morto mio padre – ha continuato Cesare Cremonini – la parola paura ha assunto un significato molto più chiaro rispetto a prima. Dopo tanti anni di autosufficienza emotiva mi sono trovato improvvisamente nella condizione di non avere la più pallida idea di come si affrontasse qualcosa di totalmente nuovo: il lutto. È stata la prima volta negli ultimi venti anni in cui ho avuto davvero paura di qualcosa”.
“In passato mi sono sempre preoccupato di dover difendere la mia famiglia dal mio ruolo pubblico, per esempio, ma ora forse non ce n’è più bisogno. Ho spezzato le catene più antiche e – ha ricordato Cesare Cremonini – mi è restata questa: una bellissima catenina d’oro del 1920. Era quella che papà portava sempre al collo. Adesso la tocco e lo sento vicino”.