Angelica Riboni: “Il mio ex Ettore Bassi ecco come si comporta…”

Ettore Bassi
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Angelica Riboni: “Sono disperata. Il mio ex Ettore Bassi mi presenta come una persona instabile, viziata e spendacciona. Tutta una bugia, una recita”

Angelica Riboni all’attacco. Sulle pagine del settimanale “Oggi”, l’ex moglie di Ettore Bassi si scaglia contro l’attore, raccontando la sua versione dei fatti. I due si sono sposati nel 2009 – dopo nove anni di fidanzamento – ed hanno tre figli; il matrimonio – superata anche una crisi – è finito nel 2016. La ragazza solo oggi ha deciso di raccontare tutto.

Se adesso ho deciso di parlare, è perché sono disperata: non ho una vita, non ho un soldo, sono ostaggio di mio marito e – ha affermato Angelica Riboni – di cavilli burocratici“.

“Io ed Ettore ci siamo lasciati nel 2016, su mia decisione: ha fatto cose che non ho potuto davvero perdonare. I problemi erano altri, più profondi e personali. Per superarli, facemmo un percorso psicologico. Ci aiutò, diciamo così, il mio non essere bigotta”.

“La sua proposta – ha raccontato Angelica Riboni riferendosi al mantenimento – era questa: 1.500 euro per le figlie e niente per me “perché hai fatto sempre la mantenuta e hai il tuo trullo da cui trarre sostentamento”. E garantiva la presenza due giorni al mese, poi “alzati” a quattro”.

Ecco cosa racconta la donna. “Quando ho conosciuto Ettore, facevo la grafica per il web: ero una pioniera, e molto apprezzata. Poi, visto che lui ha ingranato con Carabinieri, e in tre anni sono arrivate due figlie, ho messo la mia professionalità al servizio della sua carriera: da Milano l’ho seguito a Roma e Città della Pieve (dove si girava Carabinieri, ndr), ho costruito il suo sito, lo consigliavo sui copioni, mi occupavo, sia in termini di organizzazione sia in veste di grafica, delle sue gare automobilisti che della squadra di calcio che – ha ricordato Angelica Riboni – ha messo su per beneficenza. E, ovviamente, stavo dietro alle bimbe, tenendo conto che la nostra Amelia è una meraviglia che ha bisogno di qualche attenzione supplementare. Lui, così, poteva concentrarsi sul lavoro e sugli hobby”.

 

Nel 2015 – ha proseguito Angelica Riboni – ci siamo trasferiti tutti in Puglia, ma poi il teatro e la tv lo hanno portato soprattutto al nord: a Trieste per La Porta rossa, a Milano per Bodyguard. E se saltava fuori un weekend libero, lo dedicava ai suoi hobby. Mica a noi“.

La Riboni parla delle condizioni in cui vive

“Non esco mai, mi sento in colpa se compro un gelato per Amelia o mi prendo un caffè al bar. Non penso neppure alla mia salute: ho problemi al bacino, dovrei fare fisioterapia e agopuntura, ma non me le posso più permettere. Sono uno straccio: non riesco a prender sonno, per addormentarmi mi devo sfinire sul divano davanti a una serie tv”.

“Sono in cerca di un lavoro e vivo degli aiuti dei miei genitori. Se lui “stanzia” solo due giorni al mese, come faccio a lavorare? Chi si occupa della casa, delle ragazze, della loro scuola, della terapia di Amelia? Io dico: o paghi, o ci sei stabilmente un paio di settimane al mese, così – ha detto Angelica Riboni – mi cerco un lavoro che comunque dovrà per forza essere flessibile e part-time.

Il processo e la sentenza di divorzio

Angelica Riboni, poi, parla della sentenza del processo. “La sentenza provvisoria stabilisce che lui versi un assegno di 1.800 euro ogni mese per le ragazze e niente per me, perché io avrei un ‘potenziale lavorativo’ da sfruttare. Un weekend sì e uno no, invece, per vedere le sue figlie con l’opzione di modifica delle date a suo piacimento “fino a sette giorni prima“.

“Non ha mai rispettato i weekend alterni e – spiega però Angelica Riboni – cambia idea all’ultimo. A settembre si è fatto vedere solo una volta. Durante i tre mesi nei quali ha partecipato a Ballando con le stelle ha visto le figlie in tutto per quattro giorni, compresi i due in cui loro hanno partecipato al talent. Però il tempo per le gare in macchina e per rilassarsi in Puglia lo trovava”.

“Con un colpo di teatro ora Ettore – ha affermato Angelica Riboni – sta cercando di spostare il processo a Bari, è ricorso pure in cassazione per riuscirci. Mi viene da pensare male, forse si sente più sicuro giù, dove ha molte conoscenze. Ettore, lascia perdere la Cassazione, andiamo davanti a un giudice e chiudiamo questa manfrina, per il bene di tutti”.

“So di essere permalosa e disordinata ma – ha concluso Angelica Riboni – non affliggo e distruggo chi ho vicino. Ho scelto di andare in tribunale perché ho subìto delle cose gravi che preferirei tenere per me. Mi presenta come una persona instabile, viziata e spendacciona. Tutta una bugia, una recita”.