Alba Parietti spiega: “Mio padre mi chiese imbarazzato cosa ho fatto per il successo”

Alba Parietti spiega: “Mio padre mi chiese imbarazzato cosa ho fatto per il successo”.

Repliche.

Alba Parietti spiega: “Mio padre mi chiese imbarazzato cosa ho fatto per il successo”. Intervistata da Rai 3 durante la trasmissione “La mia passione”, la conduttrice ha parlato di alcuni episodi.

Con uno sguardo al passato, in particolare su alcune relazioni.

Ricordi.

Ecco le parole.

“Credo di essere innamorata, sì. Non sono sicura, in questo momento. C’è una persona che mi piace tantissimo e a cui sto dando il meglio di me, ma non ha ancora visto il peggio. Vorrei essere capace di non tirarlo fuori stavolta! Jerry Calà mi invitò a teatro a vedere I gatti di Vicolo Miracoli. Franco fingeva di snobbarmi, poi mi chiese di accompagnarlo in albergo in macchina. Fu una serata romantica, girammo per tutta Torino e lo portai in albergo ma non salii. Vivere coi Gatti è stato bellissimo, passammo notti indimenticabili, dopodiché io volevo avere successo. Oggi se mi guardo da fuori mi vedo come una str… ad averlo lasciato mentre lui passava dei momenti difficili. Ma la verità è che nella vita le cose non sono come appaiono, ci sono sfumature che non è neanche giusto raccontare!”.

“Lui mi ha acculturato, mi ha fatto fare delle cose straordinarie, mi ha fatto continuare a fare una strada che io avevo iniziato con mio padre. È lì che è nata l’Alba intellettuale, la coscia della sinistra. Mi fece rinunciare ai 9 miliardi di Berlusconi che stava fondando Forza Italia. Sbagliando, perché in fin dei conti nei suoi programmi non era previsto che facessi campagna per lui. Fu un eccesso di zelo. Quando andai da Berlusconi e lui mi chiese cosa votavo gli dissi: “Sono comunista”. Gelo. Ero totalmente plagiata da Bonaga. Quando una volta in auto mi disse che avevo “un’intelligenza media”, cercai di tiragli un pugno e mi spaccai un dito beccando il poggiatesta. Non mi sentivo amata, mi sentivo data per scontata. Poi mi innamorai di Christoph Lambert. Avvisai Bonaga del corteggiamento, lui mi disse ‘Prego si accomodi’. E io l’ho fatto accomodare. Poi però Lambert mi obbligò ad andare a St Tropez dove c’era Bonaga, che era scappato dall’Italia e dai giornali e chiedeva soltanto che io non andassi lì. Christoph voleva stravincere. E infatti ci lasciammo a St Tropez. Oggi siamo amici, non fraterni!”.

“La gente invidiosa diceva a mio padre “Chissà cosa ha fatto sua figlia per arrivare dov’è”. Lui un giorno mi fece sedere e mi chiese: “Cosa hai dovuto fare?” E io gli risposi: “Papà, ma come ti permetti di dirmi una cosa del genere. Aveva manie persecutorie molto forti, che sostituivano una donna meravigliosa. Era una fata, di grande grazia e cultura, ma improvvisamente arrivava il mostro. Aveva una patologia grave, mio padre ha fatto bene a fare le scelte che ha fatto perché all’epoca non c’era altro da fare. Mia madre sarebbe stata curata male, come è stato curato male mio zio che è andato direttamente al manicomio di Collegno ed è rimasto un bambino inerme. Mio padre temeva che anche lei sarebbe finita così e aveva ragione. Anche io ho una vena di follia, geneticamente riconosciuta! Quando mio padre si è ammalato, io non l’ho accettato. Non ho fatto quello che un figlio deve fare, non sono stata all’altezza. Sono scappata da quel dolore, vigliaccamente. Ho un senso di colpa terribile, anche con mia madre. Questa è la mia vera croce, la mia passione. L’impotenza di non poter porre rimedio è terribile!”.